DALLO SPECIALE REALIZZATO NEL FEBBRAIO 2002 DA LA CONTEA DI BORMIO PER I 40 ANNI DEL PALIO | |
Nella memoria di tre protagonisti
della manifestazione
Così abbiamo vissuto i primi anni del Palio |
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Aneddoti e curiosità, emozioni e sensazioni particolari, preparativi e discussioni… Il tutto è racchiuso nella memoria dei protagonisti del Palio delle Contrade di Bormio. E per continuare a raccontare la nostra piccola storia di questo particolare evento ci affidiamo alla memoria di chi ha vissuto le prime edizioni della rassegna bormina, iniziando un percorso che – più o meno regolare – si è snodato negli ultimi quarant’anni | |
Fulvio De Lorenzi (classe 1923), Combo - Ciclista, "runner" in corsa in montagna... con brillanti risultati in queste dure e faticose discipline sportive, propedeutiche allo sci di fondo; ma soprattutto fondista incallito... Il fisico ancora giovanile ed asciutto (oramai prossimo agli ottanti anni ... complimenti!) di chi ha fatto dello sport per tutta la vita; una casa piena di coppe e di medaglie che testimoniano la sua partecipazione e le sue innumerevoli vittorie in altrettante gare locali, regionali e nazionali, sostenitore dello sport per i giovani dell'Alta Valtellina. A questo proposito fu uno dei fondatori dello Sci Club Alta Valtellina (ottobre 1976) e primo presidente dello stesso sodalizio. E' dal 1965 che partecipa, attivamente, al palio delle contrade; quindi sono esattamente trentasei anni consecutivi, proprio un bel traguardo, sempre protagonista nella sua categoria, nella gara individuale di fondo (tecnica classica). «Ricordo che nel 1969 (18 febbraio) un giornale locale e precisamente la "Contea di Bormio", riportava queste belle parole proprio in relazione alla disputata della sesta edizione del palio delle contrade: ... "La manifestazione è giunta alla sua sesta edizione senza accusare gli anni, anzi dimostrando di ... ringiovanire in tutti i suoi atleti, come al solito pieni di vigore e di entusiasmo. La nuova formula adottata dallo sci club Bormio si è mostrata assai efficace e la combattività tra le varie èquipe (le contrade) che si sono schierate all'inizio è stata veramente all'altezza della gara stessa". Riallacciandomi a quanto sopra riportato debbo, purtroppo, rimarcare la scarsa partecipazione sia di concorrenti che di pubblico alle ultime edizioni del palio. A mio modesto modo di vedere ritengo che solo attraverso una partecipazione più numerosa e più sentita si possano fornire quegli stimoli necessari affinché il palio non cada nel "dimenticatoio". Bormio e tutti i "bormini veraci" debbono superare quelle piccole divisioni interne, i cosiddetti "campanili", affinché il palio delle contrade possa, nuovamente, ripartire all'insegna dell'allegria, della gioia, della partecipazione sentita e soprattutto dell'amicizia ritrovata ... Lo sport, come lo vedo io, fatto in funzione sociale ed educativa risulta essere determinante in special modo quando si parla di giovani (sono esclusivamente loro che possono "perpetuare" le tradizioni tanto care ai nostri "veci" e possono continuare quello che noi abbiamo seminato ... ). Non si deve tendere, in modo fanatico e spasmodico, alla formazione del "campione"; se arriva tutto di guadagnato, ma innanzitutto si deve cercare di indirizzare e di formare successivamente allo sport tutti quei giovani che desiderano trovare in esso momenti di svago, di aggregazione e di ricreazione (come può essere il nostro palio) oppure come ginnastica formativa per il proprio carattere e come espressione di vita sana. Ringrazio, infine, la "rinnovata e simpatica" testata giornalistica della Contea di Bormio per lo spazio che mi ha concesso e da queste pagine auguro un sentito "in bocca al lupo" a tutti i concorrenti dei vari "riparti" che gareggeranno in occasione dell'edizione targata 2002 del palio delle contrade». | |
Luigi Rini (classe 1923), Maggiore - Nel 1967, Luigi Rini, si classificò al primo posto nel fondo davanti a Modesto Andreola (secondo) e a Primo Compagnoni (terzo). Il suo ricordo va oltre l’edizione che ha fatto da riferimento, sia di immagini che di memoria, per il nostro lavoro. «Ricordo che il palio delle contrade nacque in seguito ad una riunione (erano i primi anni sessanta) dello sci club Bormio presso il bar Cavour. Durante quella riunione il consigliere Luigi Meraldi, parlando con gli amici del consiglio, ricorda una lontana sfida sugli sci che andò in scena durante gli anni venti - trenta tra alcuni "anziani" di quel periodo. Ebbene da quei ricordi il passo fu breve ... successivamente, nel giro di poco tempo, per organizzare la prima edizione del palio nel 1963 ci si diede da fare velocemente. Subito sorse la domanda "come organizzarlo?" e poi "quali le discipline sportive da proporre ... la discesa oppure il fondo"? Prevalse, nettamente, quella riguardante il fondo; altra domanda che sorse fu quella "individuale oppure staffetta"? Poi, se staffetta quale: "alpina oppure a squadre tipo piccola valligiani"? Alla fine, dopo ampie discussioni, prevalse la modalità organizzativa che prediligeva la staffetta a tre concorrenti che abbiano compiuto i quarant'anni. La gara si svolse in località "Feleit" ... ho un ricordo bellissimo di quegli atleti, non più giovani, che annaspavano su per le salite, a "resca" di pesce, nel tentativo di superare il rivale o i rivali ... tanto per ricordarne qualcuno "Alfredo detto Tarifa" oppure "Giacum de l'Eden" - classe 1907 - (mio zio) oppure "Modeston" e "Ginin" - classe 1909 oppure "Bruno Cristofen" e "Renzo Tisti" e "Fattor" - classe 1912. Ricordo il mio primo palio nel 1964 (avevo appena compiuto i quarant'anni); raduno in piazza della chiesa e partenza del corteo per la sfilata, con la banda di Bormio in testa verso via Roma. Quindi giù verso l'Alute perché proprio in quell'anno sulle coste di Piatta si disputò la gara di discesa. Grande entusiasmo e sana competizione tra i diversi concorrenti, oltre al tifo festoso del pubblico accorso in massa e rallegrato dalle note allegre della banda di Bormio. Durante la gara, purtroppo, ... nota dolente ... ricordo che Gino Romani (in squadra con me) sbagliò la sciolina e quindi dovette fare tutta la gara con uno spesso "zoccolo" di neve appiccicato sotto gli sci; arrivò al traguardo con un notevole ritardo e stremato dalla fatica, in relazione al cambio che, successivamente, doveva dare all'altro frazionista. In quell'anno non mancarono episodi "colorati e folkloristici", ovvero le cosiddette "macchiette" ... un personaggio con il camice bianco ed una croce rossa sul petto fungeva da infermiere ed al posto delle medicine vino e grappa; altri, ancora, con campanacci e vestiti con abiti da carnevale tifavano per alcuni concorrenti. Con il passare degli anni il palio delle contrade si avviò, inesorabilmente, ad un sostanziale cambiamento. Si iniziò a fare partecipare, nella gara di fondo individuale, i concorrenti divisi per età e per categorie e l'età di partecipazione fu portata a ventuno anni. Venne anche spostato il campo di gara che, dalla piana dell'Alute, fu portato attraverso le vie del paese su espressa proposta di "Zep" Dei Cas, presidente dello sci club Bormio in quel periodo; tale decisione fu molto importante perché fu supportata, anche, da Veri Confortola che faceva parte del consiglio direttivo dello stesso club. Esso, infatti, si sobbarcò l'onere di recuperare la neve occorrente, recuperandola sulla strada dello Stelvio e portandola con tutti i mezzi a Bormio. Successivamente, su proposta del dott. Valeriano Rampazzo (anch'esso uno dei presidenti che si succedettero alla guida dello sci club Bormio), per due anni a partire dal 1975 si tenne il "concorso canoro" riguardante gli inni di reparto e fu veramente un grande successo. Ricordo che per il nostro reparto (Maggiore) la prima canzone - inno fu scritta da Lucio Peretti, mentre la seconda composizione fu opera dell'insegnate di musica e di canto presso la scuola media di Bormio, Gabriella Buffi con l'aiuto del padre maestro e compositore di Edolo. Per preparare al meglio queste due canzoni ricordo che le prove furono lunghe, impegnative e molto laboriose ... però alla fine la soddisfazione fu enorme perché il nostro reparto risultò il migliore, vincendo il "concorso canoro". La premiazione conclusiva del palio di quell'anno - 1975 - fu effettuata presso il "grande salone" dei Bagni Nuovi ... e fu l'ultima volta che tutti i bormini si riunirono, presso la struttura termale, per festeggiare gioiosamente il palio delle contrade. Lasciatemi aggiungere, a questo proposito, che fu per me triste abbandonare tale usanza anche perché vi si ritornava, in questo magnifico salone, in un altra occasione e cioè la seconda domenica di Pasqua per festeggiare le festività pasquali. A conclusione di queste poche righe - se ne potevano scrivere di più ... ma lo spazio concessomi è questo - ricordo un episodio simpatico, ma significante, di una edizione del palio agli inizi degli anni sessanta: l'arciprete di Bormio Don Silvio Bertola, durante l'omelia della "messa granda" (ore 10.30), dal pulpito, ammonì gli organizzatori del palio perché avevano organizzato tale manifestazione la domenica "sottraendo", così, "anime" alle sue funzioni religiose ... ». | |
Marisa Zappa (classe 1923), Buglio - Nel 1972 il palio delle contrade introduce il fondo anche per il "gentil sesso" e Marisa Zappa esordisce, ufficialmente, in veste di atleta proprio in quell'anno. Da allora ha partecipato a tutte le edizioni ed in particolare dal 1972 al 1980 sia nel fondo che nella discesa; quindi, negli anni 1990 e 1991 solo fondo e, successivamente, a partire dal 1992 fino all'edizione 2001 ha partecipato sia nel fondo che nella discesa. « Il mio primo palio risale all'inverno del 1964 ed allora, per partecipare, bisognava avere compiuto i quarant'anni. Si cominciò con la sola discesa almeno per il "gentil sesso", poi arrivò il fondo nel 1972 anche per noi donne ed io fui quella che aprì la strada per quanto riguarda la partecipazione ufficiale. Lo sci club Bormio organizzava le gare e ricordo che mio marito faceva parte del consiglio direttivo dello stesso club e non voleva assolutamente che io partecipassi al palio nella disciplina fonda essendo la sola donna a correre ... ed io ostinata, come sono di natura, chiesi a Marco Sosio, allora presidente dello sci club Bormio il permesso di partecipare. In quell'occasione parteciparono circa una trentina di uomini, per quanto riguarda la nostra categoria, ed io fece bella figura non arrivando ultima e piazzandomi al 26° posto ... e ricevendo in regalo, essendo l'unica donna che partecipava, un graziosissima borsetta in pelle di foca che tuttora conservo gelosamente. Dal 1973 in avanti il fondo diventò, così, ufficialmente disciplina dove potevano cimentarsi anche le donne. Oltre allo sci di fondo anche lo sci alpino, ovvero la discesa: tutti insieme i concorrenti si radunavano in piazza del Kuerc, al suono della "Bajona" che dichiarava aperto il palio ed in corteo, con davanti la banda di Bormio, si dirigevano verso la piana dell'Alute in prossimità dei pendii di Piatta dove si disputava la prova di discesa. Ricordo che in quell'anno parteciparono Fedro Pinardi ed il dott. Berbenni, il quale si fece male alla caviglia e da allora non volle più saperne di partecipare al palio. Sempre durante il 1973 ricordo che la gara di fondo partiva dalla piazza del Kuerc; quindi, attraverso il ponte di Combo, si transitava lungo l'argine sinistro del Frodolfo fino ad arrivare in prossimità del ponte dell'Eden; successivamente, si risaliva in sponda destra dello stesso torrente per arrivare nuovamente in piazza del Kuerc. In quell'occasione partecipai nella terza categoria unitamente a Piera, mentre in quarta categoria parteciparono la "Cecca", la Sofia e la Giuseppina; fummo le ultime a partire e ricordo che attorno a mezzanotte inoltrata passavamo ancora sul ponte dell'Eden. Alla gara di fondo, allora, parteciparono più di 700 concorrenti: veramente un grande successo ... sia di concorrenti che di pubblico; infine, negli anni successivi (dal 1974), entrarono altre categorie a partire dai vent'anni in su». |