Se non si può usare la parola "rilancio" (che non piace al sindaco di Bormio) parleremo di "svolta"; o di "possibile svolta". La scelta di andare nel mondo con il marchio Alta Valtellina non ha prodotto frutti, a quanto pare, nonostante le non poche risorse investite. E dopo che Livigno è stato identificato come "sistema" al resto dell'alta valle non basta - parole di Cotelli - far parte del "sistema turistico provinciale". Nasce da qui, ma anche dal responso sulla conoscenza del nome di Bormio rispetto a tutti gli altri, la decisione di cambiare strada. Una scelta che ha trovato adesioni incondizionate come quella del comune di Valdisotto che del Consorzio è già parte; adesioni convinte, ma critiche ("registro resistenza negli operatori") come quella del comune di Valdidentro; e adesioni che non sappiamo se ci saranno, come nel caso di Valfurva di cui non abbiamo sentito la voce anche per l'assenza delle sue istituzioni. Da parte degli operatori molte posizioni critiche: su tutte quella di Valeriano Giacomelli per conto della Società Impianti. "Siamo sovradimensionati, le presenze continuano a calare ed oggi drammaticamente a Bormio mancano i numeri". Ma c'è anche chi chiede "che cosa ha fatto e farà realmente il consorzio per "aggredire i mercati e portare gente"; chi osserva che "l'investimento fatto in passato non è stato ripagato"; chi sollecita prima di tutto (Beppe Bonseri) le risorse da spendere; e chi invita (Giorgio Zini) a leggere attentamente i dati per poi scegliere le strategie. Mario Cotelli rimanda le risposte ad una seconda fase: "adesso - ha spiegato - vogliamo capire quale è il grado di adesione al progetto di un consorzio/azienda unico". La svolta è questa, se veramente si riuscirà a condividere l'idea che si è tutti nella stessa barca...

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gennaio 2007