PALIO DELLE CONTRADE DI BORMIO
UN PO' DI STORIA

DALLO SPECIALE REALIZZATO NEL FEBBRAIO 2002 DA LA CONTEA DI BORMIO PER I 40 ANNI DEL PALIO
Impressioni dei giorni nostri 
Il Palio di ieri, di oggi…
e di domani
Doveroso da parte nostra evidenziare il dinamismo e le capacità organizzative dell'Associazione dei Reparti di Bormio, costituitasi il 27 maggio 1998. Questo gruppo, assai affiatato e rodato, racchiude in se i rappresentanti dei vari reparti (Buglio, Combo, Dossiglio, Dossorovina e Maggiore) i quali, aiutati da altri volontari, hanno come finalità l'organizzazione di manifestazioni a carattere folkloristico, ricreativo, sociale e culturale per promuovere la conoscenza delle tradizioni che hanno caratterizzato, e che tuttora caratterizzano, la vita della cittadina della "Magnifica Terra", ovvero Bormio. Tra queste, il palio delle contrade, ovviamente, oltre ai pasquali, il presepio natalizio o le dimostrazioni dei mestieri in piazza; appuntamenti annuali che richiamano, sempre, un folto pubblico (soprattutto turisti) ma che, ugualmente, stringono e rafforzano ulteriormente quei rapporti di amicizia e di collaborazione, superando spesso campanilismi ed incomprensioni di ogni genere. L'Associazione dei Reparti di Bormio, proprio in tale direzione, sente il bisogno di avvicinare la popolazione (di ogni età ed estrazione sociale) alla storia ed alle tradizioni che hanno caratterizzato il lento scorrere del tempo in questo "fazzoletto di terra montanara", un tempo crocevia importante di scambi economici, culturali e sociali con il nord Europa e con il nord Italia. Sentiamo, a proposito di Palio, cosa ne pensano i “capitani” delle cinque contrade…
Luigi Pedranzini - Buglio (colore del reparto blu con simbolo la fontana). «Prendo spunto da un'edizione degli anni settanta... non ricordo bene, ma doveva essere a cavallo tra il 1973 ed il 1975; in quell'occasione, infatti, ci fu una partecipazione straordinaria e ci furono moltissime iscrizioni alla prova sci di fondo individuale (più di 500), con partenza a coppie e ad ordine invertito: ovvero prima i giovani e poi gli adulti e gli "anziani". Tra gli ultimi, a partire verso l'una di notte, ricordo una concorrente (categoria femminile) che prese il via a notte fonda e cioè Sofia Clementi Sertorelli. Personalmente disputai una gara veramente bella e combattuta ed alla fine conseguii, anche, un ottimo risultato (feci segnare, infatti, il miglior tempo assoluto con 7' 52" e 10 nel palio del gennaio 1974). Il palio delle contrade 2002, il secondo del terzo millennio, rappresenta un traguardo molto importante per gli abitanti e per tutti i reparti di Bormio: ovvero i suoi quarant'anni. Gli organizzatori hanno pensato bene di festeggiare la ricorrenza con la disputa della staffetta di fondo (domenica mattina 3 febbraio, con partenza alle ore 11.30) attraverso le vie del centro storico e sullo stesso tracciato che il giorno prima, sabato 2 febbraio, ha ospitato la prova di fondo individuale. Un evento questo molto importante perché risulta essere, infatti, la prima volta che viene corso un palio con queste modalità; una manifestazione, perciò, che dovrebbe essere seguita maggiormente da tutta la popolazione bormina attraverso un maggiore impegno, una partecipazione più incisiva ed un coinvolgimento più sentito; caratteristiche queste che, attualmente, mancano anche in relazione ai molteplici svaghi che la vita odierna offre... un suggerimento, perciò, è quello di riscoprire, e farle proprie, le vecchie e sane tradizioni che facevano felici (con poco) i nostri "nonni" affinché non si perdano definitivamente... attraverso un'opera continua di sensibilizzazione rivolta, soprattutto, ai nostri giovani».
Giuseppe Vitalini - Combo (colore del reparto bianco con simbolo il gatto). «Tanti sono i modi per tenere vivo il palio delle contrade: prima di tutto rimboccandosi le maniche per preparare il percorso di gara per lo sci di fondo (in questi ultimi anni riportato in paese e precisamente nel centro storico di Bormio) con tanto "olio di gomito", badile e trattore ... poi, partecipare attivamente e materialmente buttandosi a capofitto tra le porte del gigante, disegnato sulla parte terminale della pista Stelvio (sci alpino)... quindi, senza risparmiarsi, spingere allo stremo delle forze con i bastoncini nella prova del fondo per la via della Vittoria e la via Roma... e, soprattutto, tifare a squarciagola per incoraggiare ed incitare i concorrenti del proprio reparto... l'importante, comunque, è non mancare assolutamente all'appuntamento annuale con il palio delle contrade perché è una vera ed un'ottima occasione per sentirsi "paese"». 
Maurizio Trabucchi - Dossiglio (colore del reparto verde con simbolo il mulino). «Il palio delle contrade di sci è una tradizione bormina nata attorno agli anni sessanta tra gruppi di famiglie di ogni reparto tra loro in "vera e spontanea" competizione. Negli anni a seguire, via via, questa partecipazione si è allargata ed attualmente anche i giovani - ricordo che loro devono veramente partecipare con impegno e dedizione - aderiscono sempre di più e con molta convinzione. Il palio delle contrade di sci deve essere, assolutamente, un momento di festa e di allegria per "stare insieme" sportivamente e non una vera e propria competizione per i "più bravi"... Vorrei, anche, aggiungere che risulta essere molto importante la collaborazione tra i vari reparti per organizzare al meglio questa manifestazione (prima, durante e soprattutto "dopo la gara". Il comitato de "I Reparti" di Bormio è un segno tangibile proprio in relazione a quanto poco sopra ho sottolineato: l'unione fa la forza, come recita un vecchio adagio! Quindi, in questa occasione, nell'augurare a tutti i partecipanti un "in bocca al lupo" per la competizione (e vinca il miglior reparto...), gradirei vedere lungo tutto il percorso della gara di discesa (il venerdì), di fondo (il sabato) e della staffetta (la domenica) tanti e tanti spettatori che fanno il tifo per i propri "colorati beniamini" e, la sera della stessa domenica, al pentagono di Bormio altrettanti "festosi ed allegri" partecipanti per gioire, assieme, con il reparto vincitore».
Roberto Castellazzi - Dossorovina (colore del reparto giallo con simbolo il kuerc e la torre civica). «Prendo spunto da un vecchio giornale, datato 1974, che riporta le seguenti parole a proposito del palio delle contrade: "A Bormio uno che non corre il palio si sente poveretto. Cammina rasente i muri, nei giorni successivi alla manifestazione, esce quando è notte, si mette i baffi posticci. Non fare il palio è un punto di grande disonore, come mancare l'italico appuntamento con Canzonissima...". Ritengo, comunque, che durante quel periodo fosse un po' eccessivo etichettare in quel modo uno che non partecipava al palio; ma debbo sottolineare, ugualmente, che in questi ultimi anni la partecipazione è andata via via scemando... la spiegazione di ciò, ovviamente, è da ricercare in molteplici motivi che non sta a me evidenziare. Quello che conta in questa seconda edizione del terzo millennio, targata 2002 ed in considerazione del fatto che sia la prova del fondo individuale che della staffetta vengano disputate in paese (centro storico), è la partecipazione attiva ed in massa di tutti i bormini, come avveniva nelle prime edizioni del palio. Più siamo e più ci divertiamo... cerchiamo, almeno in questa occasione, di abbandonare "il campanilismo di reparto"... rimbocchiamoci le maniche e collaboriamo alla buona riuscita del nostro "magnifico ed unico" palio delle contrade». 
Luigi Rini - reparto Maggiore (colore del reparto rosso con simbolo il lupo). «A mio modesto modo di vedere preferirei che il palio venisse disputato come un tempo... mi riferisco ai primi anni del 1960, ovvero alle prime edizioni, dove i partecipanti avevano compiuto i quaranta anni per la categoria maschile ed i trentacinque anni per quella femmine. Inoltre sia la gara di fondo - staffetta e sci di fondo andrebbe, nuovamente, ripristinata come sola gara senza la discesa (sci alpino) e venisse disputata in zona Alute; infatti alle origini il palio si correva solo ed esclusivamente attraverso tale disciplina. Infine, per il prossimo futuro, auspicherei una più sentita e numerosa partecipazione da parte dei bormini perché solo attraverso ciò è possibile mantenere elevato l'interesse attorno a questa bella, unica ed incomparabile manifestazione sociale, ricreativa, sportiva e culturale».
Michela Canclini (segretaria dell'associazione de "I Reparti" di Bormio) e Piermarino Pedranzini esperto archivista del palio con i suoi appunti sui primi quarant'anni del palio delle contrade. «Nel corso di questi quaranta anni si è cercato di tenere viva e di rendere, di volta in volta, interessante la manifestazione del palio delle contrade cambiando i regolamenti interni oppure inserendo nuove competizioni oppure, ancora, cercando di coinvolgere più gente possibile attraverso sfilate in costume per fornire alla stessa competizione un tocco folkloristico... Negli Anni Sessanta, periodo di origine del palio delle contrade, si assiste all'organizzazione della "piccola valligiani" una vera e propria gara tra i comuni che formano il mandamento di Bormio che nel giro di breve tempo viene abbandonata e, definitivamente, soppiantata a favore dal "giovane ed incalzante" palio.
Il palio delle contrade è aperto, inizialmente, solo agli uomini ultra quarantenni ed alle donne over 35... si gareggia sia nello sci di fondo che nello sci alpino (discesa), mentre la gara di staffetta fondo viene introdotta nel 1977. Nel regolamento del palio, inizialmente, vigeva un obbligo ben preciso e cioè quello di portare al termine la prova di fondo per potere partecipare a quella di discesa. Obbligo che perdurerà fino all'edizione targata 1988; successivamente, infatti, i concorrenti sono liberi di partecipare ad una oppure all'altra prova senza nessun vincolo. Dal 1973 il palio viene aperto a tutti coloro che abbiano compiuto il ventunesimo anno di età, senza distinzione di sesso;   Proprio durante tale edizione viene proposta anche una gara con la slitta trainata da un cavallo. Negli anni seguenti verranno introdotte, via via, altre nuove attrattive quali gli inni di reparto oppure giochi divertenti e coinvolgenti come la raspa, il bagiul, la gerla, il gommone, i pattini in legno, ecc... e nel 1980 la sfilata folkloristica in costume e per reparto con premiazione e punteggio assegnato a parte. Fino al termine degli Anni Ottanta l'organizzazione del palio delle contrade è dello Sci Club Bormio che vede alternarsi alla presidenza del glorioso club dell'Alta Valtellina Bruno Volpato, Valeriano Rampazzo ed Angelo Sosio; in seguito la stessa organizzazione passa in mano al comitato dei reparti che nel maggio del 1998 si costituisce ufficialmente nell'associazione de "I Reparti" che a tutt'oggi gestisce la manifestazione in collaborazione con il Comune di Bormio, lo Sci Club Bormio, lo Sci Club Alta Valtellina, l'Azienda Socio Sanitaria di Sondrio, La Contea Bormio Sport, l'Unione Sportiva Bormiese e l'Interforze Alta Valtellina.
Da ultimo ricordiamo che fino all'edizione targata 1999 i partecipanti gareggiavano per il reparto di appartenenza in base alla propria residenza anagrafica; invece, a partire dall'edizione 2000, con il nuovo regolamento i concorrenti possono difendere i colori "del reparto che preferiscono"... ed inoltre la partecipazione è stata aperta a tutti i nati e/o ex residenti in Bormio. E' d'obbligo ricordare e considerare, infine, che il palio delle contrade veniva (come lo è attualmente) organizzato durante il periodo del carnevale; quindi, oltre ad essere competitivo, era anche un momento di festa e di svago... infatti, molti partecipanti coglievano tale occasione per "mascherarsi" indossando variopinti e coloratissimi costumi carnascialeschi. Terminato il palio era festa "grossa"... tutti partecipavano con profondo entusiasmo e tanta allegria... alla serata di gala, dove venivano premiati i vincitori ed al reparto che aveva totalizzato il miglior punteggio (inizialmente fondo staffetta e fondo individuale... successivamente discesa e combinata) veniva assegnato un maialino vivo detto "il purcelio" che una volta macellato e quindi lavorato doveva essere, rigorosamente, offerto a tutti gli altri capo reparto per "gioire e far festa insieme" per la vittoria conseguita!  Questo sano e genuino spirito di festa e di allegria con il passare degli anni si è un po' diluito... purtroppo dando ampio spazio ad una competitività, a dir poco, troppo esagerata... tra i partecipanti che difendono i colori della propria contrada. Nonostante ciò l'associazione de "I Reparti" con buona volontà, con estrema serietà e tanto spirito di abnegazione (senza nessun scopo di lucro) organizza (e continuerà ad organizzare) il palio delle contrade non solo come gara vera e propria (deve esistere anche un po' di competizione, ovviamente...), ma anche come momento di festa e di aggregazione tra i "riparti"».

a cura di Armando Trabucchi
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